La Cappella di San Giorgio

Cappella di San Giorgio

Al piano terra si trova la quattrocentesca Cappella dedicata a San Giorgio.Questo spazio fa parte della Casa del Capitano, fatta costruire da Federico III d’Asburgo tra 1468 e 1471. Tradizionalmente identificato con la Cappella, recenti studi ne propongono un utilizzo originario quale ambiente di passaggio, un ingresso al Castello solo successivamente destinato a funzioni religiose.
Tuttavia i contrassegni degli scalpellini (Steinmetzzeichen), leggibili sull’arco e sui costoloni della volta, hanno permesso di accostare il piccolo ambiente ad altri edifici sacri fatti erigere da Federico III, fra cui la cappella palatina di Wiener Neustadt; alle stesse maestranze si deve la zona absidale del Duomo di Pienza, voluto da papa Pio II Piccolomini, già segretario e consigliere di Federico III e vescovo di Trieste tra 1447 e 1450.
Di certo il vano fu modificato nel XVI secolo, quando, scoperta una polla d’acqua, vi fu aperto un pozzo e creata una scala per l’approvvigionamento idrico degli ambienti sovrastanti. La destinazione a luogo di culto è attestata tra 1604 e 1606, quando il capitano Giorgio de Nogarola vi fece consacrare un altare a San Giorgio.

 

L’abside è delimitato da un arcone a sesto ribassato ed è coperto da una volta a crociera, suddivisa in quattro vele ogivali da costoloni che poggiano su mensole a forma di testa (un uomo con turbante, una donna e due personaggi mostruosi). Al centro della volta vi è lo stemma dell’imperatore Federico III d’Asburgo, posto a siglare il completamento dell’edificio da lui ordinato: entro una cornice mistilinea campeggiano – a sormontare un muso leonino – gli scudi di Stiria, Carinzia e Carniola racchiusi in basso da un cartiglio su cui sono incisi la data 1471 e l’acronimo “A.E.I.O.U.”, scelto come motto dall’imperatore. Le cinque vocali vengono variamente interpretate: possono essere le iniziali di “Alles Erdreich Ist Österreich Unterthan ” (che tradotto significa “Tutta la Terra è sottomessa all’Austria”) oppure, in latino, di “Austriae Est Imperare Orbe Universo” (ovvero “All’Austria spetta il dominio su tutto il mondo”) o, ancora, di “Austria Erit In Orbe Ultima” (cioè “L’Austria sarà l’ultima al mondo”). Le teste dell’aquila imperiale austriaca sono state scalpellate alla fine della prima guerra mondiale con il ricongiungimento di Trieste all’Italia.
Le due statue lignee ospitate nella cappella provengono dalle collezioni dei Civici Musei di Storia ed Arte: sull’altare, realizzato durante i restauri degli anni ’30 del ’900, è stato collocato un Crocifisso in legno, ascrivibile a bottega nord-europea del XVII secolo; vi è inoltre un Santo (San Giovanni Evangelista o San Paolo), opera di bottega friulana del primo quarto del XV secolo, proveniente dalla Cattedrale di San Giusto.

L’edicola gotica in calcare murata nella parete di fondo apparteneva a una casa demolita nel 1907 in Cittavecchia.

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